Lucia Morselli |
"Come state?" è stata la prima domanda che ha loro rivolto, dopo essersi allacciata una scarpa, e poi ha cominciato a spiegare quelle che sono le intenzioni dell'azienda.
"Non è vero che la vogliamo vendere, se lo avessimo voluto fare lo avremmo già fatto". "Non è vero che non vogliamo fare investimenti; arriverà la linea 5 di Torino per un investimento di 30 milioni di euro". "Non è vero che vogliamo spegnere il secondo forno".
Ha ribadito che l'azienda ha perso, negli ultimi anni, "150 milioni di euro, all'anno" e che così non si può andare avanti.
Sugli esuberi ha detto che sul numero di 537 "si può trattare".
Ha fatto intendere che può essere più basso e che continuerà a incentivare la fuoriuscita volontaria dalla fabbrica. Si è fermata in mezzo ai lavoratori per una mezzora abbondante. Ad ascoltarla qualche decina di persone, in un clima molto acceso.
E' stato lo stesso questore di Terni, Carmine Belfiore, giunto sul posto, a invitare la Morselli a lasciare il presidio e ad andarsene.
Stefano Garzuglia sindacalista della RSU ha affermato che si recherà, questa mattina, in questura : "la denuncio per istigazione alla violenza".
Non si capisce, d'altra parte, il senso di questo comportamento della Morselli, al di la della provocazione nei confronti di chi, sta in mezzo alla strada (al freddo) a difendere il suo posto di lavoro, quello che la temeraria Morselli vorrebbe cancellare. Se le stanno veramente a cuore le sorti dei lavoratori (così come quelle della proprietà) sa benissimo ciò che deve fare, con chi parlare e con chi trattare.
Queste spericolate iniziative lasciano il tempo che trovano, anche perchè tutti, dall'altra parte, fortunatamente, hanno mantenuto i nervi ben saldi.
Fonte: Terni in rete
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