venerdì 24 ottobre 2014

mA STi cazzi...! RINAZIONALIZZIAMO!

Terni, 17/10/14
Un dispaccio Ansa di ieri, ci informa di un incontro a Palazzo Chigi, durato poco più di mezz'ora, fra la presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, il presidente del consiglio Matteo Renzi e il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi, sulla vicenda delle acciaierie di Terni.
Riporta il dispaccio: 
Un incontro che la presidente dell'Umbria definisce "molto importante e significativo perché è di fondamentale importanza che la vicenda di Ast sia seguita in prima persona dal presidente Renzi".
Bene. Adesso i lavoratori stanno proprio in una botte di ... acciaio inox! 
In poco più di mezz'ora i grandi capi avranno avuto modo di sviscerare il problema in ogni suo aspetto! Avranno avuto modo di confrontarsi su una politica volta a salvaguardare il patrimonio industriale partendo proprio dalla vicenda Ast; avranno deciso la linea dura da imporre alla multinazionale tedesca ThyssenKrupp perchè non comandi in casa nostra!
Avranno avuto agio e modo di stabilire come tutelare i lavoratori garantendo loro il diritto al lavoro e la dignità.
Certo, il "caro" Matteo, papà degli italiani, il novello salvatore della patria con il suo art. 18, ha già dato un segnale molto chiaro sulla stada che intende perseguire.
Dunque?
mA Sti cazzi!

Noi SIAMO UTOPISTI e chiediamo il possibile!

Questo il volantino che stiamo andando a distribuire ai lavoratori in lotta delle acciaierie.

«Si attendeva con ansia la risposta dei cittadini ternani e umbri agli appelli delle maestranze Ast in lotta. Essa è giunta, ed è stata grandiosa: decine di migliaia di persone sono scese in strada per difendere le acciaierie.
Hanno fatto di più: in migliaia hanno contestato i capi sindacali mettendoli in guardia: questa volta non dovete cedere, non dovere fare come quando accettaste la privatizzazione, e come nel 2004 quando firmaste l’accordo per lo smantellamento del magnetico.

Se la “strega”, appena tornata dalla Germania, si rifiuta di incontrare le Rsu, è perché è forte non solo dell’appoggio della ThyssenKrupp ma pure di quello del governo. Renzi dice che può solo “mediare”. In realtà, temendo che l’euro-Germania bocci la sua “finanziaria” sballata, non vuole grane con la Merkel e sta con la multinazionale.

RI-NAZIONALIZZAZIONE

Le chiacchiere stanno a zero: questa battaglia si vince solo a patto che lavoratori, sindacati, forze politiche ed istituzionali riescano ad imporre al governo la nazionalizzazione dell’Ast . Sono quindi governo e Parlamento che vanno presi di petto, a cui imporre la sola scelta che difenda il lavoro, Terni e l’Italia come paese industriale e sovrano. L’Acciaieria è nostra riprendiamocela.

ORGANIZZAZIONE

Gli operai dell’Ast debbono condurre da soli questa battaglia? Certo che no. C’è bisogno di allargare il fronte di lotta, mobilitando il mondo del lavoro, a partire dalle centinaia di aziende che chiudono, che delocalizzano, e i cui addetti lottano e sono lasciati soli.

Questo va chiesto ai sindacati: far confluire i tanti rivoli dispersi in un grande fiume, che a quel punto sarebbe difficile per chiunque arrestare.

Ma da qui, dalla prima linea di Terni occorre partire. La lotta Ast ha un valore nazionale perché le acciaierie sono un bene nazionale.
Un esercito è destinato a perdere senza piano di battaglia, senza uno stato maggiore determinato, forte della fiducia dei soldati. Che venga convocata l’assemblea delle maestranze Ast per decidere obbiettivi e forme di lotta (compresa l’occupazione o l’assemblea permanente dentro lo stablimento).

Che si formi un COMITATO DI LOTTA DEI LAVORATORI per guidare la battaglia. Un COMITATO che spinga i sindacati a tenere la schiena ben diritta, le forze politiche, le istituzioni per fare tutto quanto è possibile per ridare a Terni il suo ruolo e la sua Acciaieria.

Il 17 c’è stata la generale e sincera solidarietà dei cittadini alla lotta di resistenza delle acciaierie. Questa solidarietà è un bene prezioso, va alimentata: basta con le speranze individuali, occorre costruire una speranza collettiva. Questa solidarietà sarà ancora più forte, e gli indecisi si uniranno alla lotta, se i lavoratori indicando in modo inequivocabile cosa si vuole ottenere, passeranno uniti al contrattacco

Allo scopo di coinvolgere e mobilitare in modo permanente la città, andrebbe convocata un’ASSEMBLEA POPOLARE aperta a tutta la cittadinanza.

Lottando si può anche perdere, ma chi non combatte perde di sicuro». 


Marcia della Dignità

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