venerdì 10 ottobre 2014

AST DI TERNI: 537 LICENZIAMENTI

I lavoratori Ast occupano i binari della stazione. 09/10/14
La cronaca del giovedì nero per la città di Terni e per gli operai della Ast è iniziata mercoledì notte al Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) con la rottura della trattativa sul piano industriale che prevede risparmi per 100 milioni. L'azienda ha riaperto infatti le procedure di mobilità e i lavoratori hanno reagito con lo sciopero. 
Sono scesi in strada per tutta la giornata di ieri, dopo una partecipatissima assemblea di tutti i lavoratori e delle loro famiglie e una manifestazione combattiva, che dopo aver
fatto tappa davanti la prefettura, la sede del Pd e del comune, si è conclusa sui binari della stazione di Terni, occupati fino alle 19:50 di ieri.
Intanto la Thyssenkrupp non ha perso tempo, azzerando accordi, trattative, mediazioni e dialogo, e tornando, con un atto unilaterale, al piano industriale precedente, presentato dall'amministratore delegato Lucia Moreselli lo scorso luglio.
Così, ieri in mattinata l'Ast ha dato l'avvio alle procedure di licenziamento collettivo per riduzione del personale, colpendo complessivamente 537 dipendenti.
Per l'Ast la procedura riguarda 473 dipendenti (381 operai e 92 impiegati e quadri), per l'indotto abbiamo la Società delle Fucine con 30 operai e 15 impiegati e quadri, il Tubificio con 2 operai e 5 impiegati, l'Aspasiel Srl con 12 impiegati e quadri.
Come se non bastasse, l'Ast ha anche annunciato la disdetta del contratto integrativo aziendale con decorrenza dal primo ottobre, il che vuol dire stracciare gli accordi aziendali di secondo livello con una conseguente salasso salariale.

Lo sciopero proclamato ieri si è concluso alle 14:00 di oggi, le Rsu hanno fatto sapere che partiranno scioperi articolati per reparti fino a data da destinarsi, mentre si organizzerà una manifestazione a Roma.

La città di Terni è in ginocchio, e con lei l'Umbria.
Con i quasi 3000 lavoratori diretti, senza calcolare l'indotto, l'Ast costituisce il 20% del Pil dell'Umbria.
La rabbia dei lavoratori e delle loro famiglie è comprensibile.
L'età media dei dipendenti Ast si aggira sui 35-40 anni.
Si tratta di famiglie giovani, da mantenere, con mutui sulle spalle.
Famiglie ingannate, che grazie a prestiti facili, agevolazioni, si erano permesse case e macchine nuove, cellulari, vacanze.

La cetomedizzazione era questa.
Assemblea dei lavoratori Ast

Ora, queste donne e questi uomini scoprono che era tutto un ingannevole sogno.
Scoprono la realtà: sono soltanto proletari.
Hanno unicamente la loro forza lavoro da vendere, ma non c'è nessuno che l'acquisti.
Dai giornali locali si legge di sconforto, rassegnazione, rabbia controllata, e speranza nei dialoghi.
Mentre i media nazionali tacciono sulla vicenda.
Come Marcia della Dignità, oltre a esprimere ancora una volta la nostra piena solidarietà, lanciamo un messaggio di speranza vera a tutti i dipendenti Ast e dell'indotto: non è il tempo della speranza, non è il tempo del dialogo, palesemente rifiutato. È il tempo della lotta. È il tempo di ritrovare la solidarietà.
I lavoratori dell'Ast si facciano carico delle sorti della loro azienda. 
Si organizzino, la gestiscano da soli, costringano lo Stato ad accorgersi di loro e a nazionalizzare. 
Siano un esempio, un faro per le aziende d'Italia, e dimostrino che è possibile risollevare le sorti del Paese.
Non ci sono altre soluzioni possibili.



 

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