lunedì 2 dicembre 2013

9 DICEMBRE 2013: precisazioni e chiarimenti

La mobilitazione del 9 dicembre 2013 sta suscitando molta eco. Sul web è un continuo proliferare di adesioni, sorgono coordinamenti e comitati in ogni provincia, con lo scopo di portare per le strada la rabbia sempre più incontenibile.
L'appello nazionale evidenzia una accresciuta consapevolezza politica. Cosa vogliono, infatti, i promotori della protesta? In primis cacciare il governo e farla finita con tutti i partiti sistemici, concausa del disastro attuale. Poi uscire dall'Unione Europea, abbandonare l'euro e tornare alla piena sovranità popolare. Altro che ribellismo fine a se stesso. Queste sono le rivendicazioni più politicizzate degli ultimi tempi.

Il dato più importante, che accomuna tutti, è la consapevolezza che per porre una fine alla situazione attuale, è necessaria una sollevazione di massa dal basso. L'invito è ad uscire dal virtuale e slatentizzare finalmente la rabbia.
Ora, è chiaro che con queste parole d'ordine, chiunque si sente in dovere di fare qualcosa a sinistra come a destra; per sua natura, una sollevazione di massa dal basso, porta con sè le istanze più disparate, i soggetti più diversi. 
Nel nostro caso, l'appello nazionale è stato ripreso indiscriminatamente, vi sono stati aggiunti simboli di comitati e associazioni, delle più svariate correnti, senza che queste fossero effettivamente fra i promotori o ne condividessero in toto la linea. Si risponde ad una generica necessità di agire, ognuno con le proprie istanze. 
Le principali accuse arrivano dal web da parte di certa sinistra pseudo radicale e parolaia, fanno riferimento alla presenza, in questa mobilitazione, di gruppi di estrema destra, di neofascisti, di filo leghisti, e tali presenze sembrano giustificare una netta presa di distanza.
Errore gravissimo.
Quando ci sentiamo obiettare che non ci si può mischiare con certa gente, con ex leghisti, ex berlusconiani, con Forza Nuova et similia, pur capendo l'esigenza, dobbiamo rispondere che non possiamo assolutamente lasciare che questi settori diventino predominanti, che imbraccino la battaglia e se ne facciano portavoce.

A noi è assolutamente chiaro che dentro la mobilitazione del 9 dicembre, ci sono piccoli imprenditori, padroncini, pezzi di borghesia, e tendenze politiche destrorse. 
Sappiamo però che non sono i soli e non sono predominanti, molti giovani, precari, disoccupati, quasi tutti senza precedenti esperienze politiche, stanno partecipando alle riunione preparatorie della mobilitazione, questi possono e devono diventare la forza motrice della battaglia che si prepara.
  E' compito delle persone che vogliono cambiare veramente il paese stare accanto ai settori sociali che si ribellano, di innervare questo movimento di idee e proposte adeguate. Solo da dentro, dando esempio di determinazione e intelligenza tattica, si conquista la fiducia di chi lotta, si possono far viaggiare le idee giuste. Solo così si contrastano demagoghi, populisti,  e possibili derive reazionarie.
Chi sceglie di far finta di niente, di stare a guardare e boycotta la mobilitazione del 9 dicembre, gli piaccia o no, fa un favore non solo al regime ma proprio a quei settori politicamente reazionari che agiscono nel movimento, lasciando loro aperta la strada per prendere la testa della rivolta sociale.


Ora, dobbiamo rispondere a chi ci chiedeva conto e ragione tramite facebook, della presenza di un gruppo come Italia Terra Celtica, e accusava i Forconi siciliani di aver ammesso alle loro manifestazioni gruppi di Forza Nuova.
Chi è Italia Terra Celtica? E' un gruppo, nato intorno al 2005, che mira al federalismo, ha la sua sede ad Agliè, in provincia di Torino. Come tanti altri, ha aderito alla mobilitazione del 9, ma non è fra i promotori. La presenza di questo piccolo gruppetto, di un paesino di 2000 abitanti, per chi non condivide l'idea federalista, può mai essere una motivazione valida per stare a guardare dalla finestra in tutto il resto d'Italia? 
Come abbiamo detto, la risposta è no. In qualsiasi caso bisogna stare dentro ai fermenti sociali vivi che stanno prendendo coscienza.
Nel caso dei Forconi, per chi non lo sapesse, hanno ufficialmente e pubblicamente espulso quei soggeti di Forza Nuova che in un primo momento erano al loro fianco. Questo sattamente un mese dopo la nascita del Movimento dei Forconi, nel febbraio 2012. Le distanze sono state prese, cosa devono fare ora i Forconi per togliersi di dosso un'etichetta e un pregiudizio ingiusto che grava su di loro? In Sicilia adesso, le stesse persone dietro Forza Nuova, si stanno organizzando per conto loro e per il 9 saranno in piazza. Si deve lasciare a loro la piazza? Si deve star sfuori per via di questa minutissima minoranza?
Noi della Marcia della Dignità, nel nostro piccolo, non lo permetteremo e saremo in piazza.

Detto questo, l'appuntamento per Perugia e Provincia è questa sera alle 21:00 presso il centro culturale di Ferro di Cavallo, via Gregorovius, 11.


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