È il momento di prendere coscienza.
Ogni giorno ai tg, sui giornali, alla radio si danno i numeri. E sono numeri da capogiro. Con più di tre milioni di persone senza lavoro e una disoccupazione giovanile arrivata a toccare il picco storico del 39,5%, ci ubriacano, ci stordiscono con finti interessi e
preoccupazioni, manovrine e finanziamenti della Ue, ci parlano di garanzie e tutele, inventano l'apprendistato, gli stage, contratti assurdi, invasivi nella vita quotidiana, sempre a termine e mai paghe adeguate.
In contemporanea vengono pubblicate inchieste o rapporti (l'ultimo quello di Ubs e Wealth-X) da cui si ricava che nella sola Italia il numero dei Paperoni è arrivato a 2.075, e possiedono 178 miliardi di euro.
Secondo la nota rivista americana Forbes, i 10 italiani più ricchi possiedono quanto i 3 milioni di italiani più poveri. 10 contro 3 milioni. Ci rendiamo conto?
Il gossip della politica è passato dal "vedere la luce in fondo al tunnel", agli incoraggiamenti del tipo "i fondamentali dell'Italia sono solidi. L'Italia ce la può fare" ad affermazioni come questa: "abbiamo ragione di essere ottimisti, dal 2014 aumenterà il lavoro".
Se questa è l'Italia che ci sarà dopo il tunnel c'è da stare poco allegri. La loro luce per noi esseri nornali saranno sempre tenebre.
La crisi ha prodotto un notevole incremento dei fenomeni di sottoccupazione e lavoro nero e, nel corso degli ultimi 4-5 anni, sono fortemente aumentate le situazioni di povertà materiale.
Si moltiplicano le richieste di aiuto alla Caritas, non solo per un pasto, ma per pagare una bolletta della luce o del gas.
È sotto gli occhi di tutti che le politiche di crudele austerità fin qui adottate non tutelano nessuno, non servono a nulla se non a peggiorare la situazione. Il problema è che quei quattro ricconi saranno sempre più ricconi e la stragrande maggioranza delle persone saranno costrette a fare la fame.
Un bellissimo scenario, vero?!?
Quanto ancora resteremo a casa ad aspettare che arrivi la manna dal cielo?
Solo noi, povera gente, assieme possiamo cambiare il corso delle cose.
Ogni giorno ai tg, sui giornali, alla radio si danno i numeri. E sono numeri da capogiro. Con più di tre milioni di persone senza lavoro e una disoccupazione giovanile arrivata a toccare il picco storico del 39,5%, ci ubriacano, ci stordiscono con finti interessi e
preoccupazioni, manovrine e finanziamenti della Ue, ci parlano di garanzie e tutele, inventano l'apprendistato, gli stage, contratti assurdi, invasivi nella vita quotidiana, sempre a termine e mai paghe adeguate.
In contemporanea vengono pubblicate inchieste o rapporti (l'ultimo quello di Ubs e Wealth-X) da cui si ricava che nella sola Italia il numero dei Paperoni è arrivato a 2.075, e possiedono 178 miliardi di euro.
Secondo la nota rivista americana Forbes, i 10 italiani più ricchi possiedono quanto i 3 milioni di italiani più poveri. 10 contro 3 milioni. Ci rendiamo conto?
Il gossip della politica è passato dal "vedere la luce in fondo al tunnel", agli incoraggiamenti del tipo "i fondamentali dell'Italia sono solidi. L'Italia ce la può fare" ad affermazioni come questa: "abbiamo ragione di essere ottimisti, dal 2014 aumenterà il lavoro".
Se questa è l'Italia che ci sarà dopo il tunnel c'è da stare poco allegri. La loro luce per noi esseri nornali saranno sempre tenebre.
La crisi ha prodotto un notevole incremento dei fenomeni di sottoccupazione e lavoro nero e, nel corso degli ultimi 4-5 anni, sono fortemente aumentate le situazioni di povertà materiale.
Si moltiplicano le richieste di aiuto alla Caritas, non solo per un pasto, ma per pagare una bolletta della luce o del gas.
È sotto gli occhi di tutti che le politiche di crudele austerità fin qui adottate non tutelano nessuno, non servono a nulla se non a peggiorare la situazione. Il problema è che quei quattro ricconi saranno sempre più ricconi e la stragrande maggioranza delle persone saranno costrette a fare la fame.
Un bellissimo scenario, vero?!?
Quanto ancora resteremo a casa ad aspettare che arrivi la manna dal cielo?
Solo noi, povera gente, assieme possiamo cambiare il corso delle cose.
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