venerdì 27 settembre 2013

AZIONE E NON DISPERAZIONE

È di ieri la notizia che a Scicli, in provincia di Ragusa, i Forconi (il movimento popolare che nel gennaio 2012 mise sottosopra la Sicilia con una settimana di mobilitazioni  e blocchi stradali) si sono mobilitati a sostegno di una famiglia, la famiglia Pacetto, cui hanno svenduto all'asta la casa, non essendo questa in grado di pagarne il mutuo. 
Le procedure esecutive di esproprio si sono moltiplicate in tutta Italia, negli ultimi tempi.

A far notizia però sono solo i casi estremi, quelli di persone disperate, che non avendo più nulla da perdere, decidono di darsi fuoco dentro le proprie mura, come il caso del sig. Guarascio, sempre nel ragusano, che per difendere la propria abitazione si è acceso come una torcia, lo scorso maggio, e non è sopravvissuto alle ustioni.
Il problema casa è all'ordine del giorno; a sottolineare il binomio casa-crisi ci sono i dati che parlano. 
Equitalia e le banche hanno trovato una soluzione semplice nei confronti di coloro i quali non sono in grado di pagare i debiti con il fisco o le rate del mutuo: il pignoramento.
Per restare nella nostra regione, l'Umbria, alla data odierna, siamo di fronte ad un'impennata del 70% di pignoramenti rispetto all'ultimo biennio. Sul versante sfratti abbiamo un aumento del 64%: 1300 nel corso del 2013, e si prevede che nei prossimi tre anni, altre 2 mila famiglie rischiano di restare senza un tetto.
Con la cassa integrazione dilagante e la perdita costante del lavoro, come si possono pagare le rate di un mutuo che è stato contratto prima dell'arrivo della crisi assassina? E che le banche si rifiutano quasi sempre di ricontrattare e rinegoziare?
Già perché oggi un mutuo non te lo possono più concedere, che garanzie offrire? Un contratto a chiamata, a progetto,  l'apprendistato?  
E se il mercato immobiliare crolla,  quale stupore?
Inutile ripetere che ci vuole il lavoro, ma ci dicono che c'è la crisi, che non ci sono le condizioni per offrirlo.
Poi Equitalia,  banche e stato, strozzini nazionali, fanno cassa con tutto quello che possono arraffare, ovviamente ai danni del popolo italiano.
E  noi che facciamo?
Ci lamentiamo invece di lottare.
Ci si dispera, ci si lascia andare alla disperazione invece di alzare la testa. 
Continueremo ad applaudire in Tv i combattivi greci, portoghesi e spagnoli?
Adesso tocca a noi!

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