Ieri 24 novembre, a Verona si è svolta l'assemblea del coordinamento nazionale dei gruppi e movimenti che hanno indetto la mobilitazione del 9 dicembre. Pubblichiamo un breve resoconto della delegazione del Movimento Popolare di Liberazione (Mpl), che, lo ricordiamo, aveva aderito alla Marcia della Dignità.
«Si è svolta ieri, al palazzetto dello sport di Bovolone (VR), l'attesa assemblea nazionale organizzata dai promotori delle manifestazioni diffuse che avranno inizio alle ore 22 di domenica 8 dicembre. Ad attendere i convenuti, e a dare il senso della mobilitazione in corso (decine e decine di incontri si stanno svolgendo in questi giorni in tutta Italia), diversi trattori e camioncini imbandierati. Appesi un po' ovunque gli striscioni con lo slogan «9 DICEMBRE L'INIZIO DELLA FINE».
Quale sia la fine che viene invocata lo chiariscono senza ogni ombra di dubbio le decine di interventi che si sono succeduti dalle 10,00 alle 16,30: la fine di un regime che sta distruggendo l'economia del paese, mettendo sul lastrico milioni di famiglie. Tra queste, oltre a quelle di milioni di disoccupati, sottoccupati e precari, anche quelle di tanti lavoratori autonomi colpiti dalla crisi, dagli effetti della globalizzazione capitalistica e dalle politiche europee e governative.
Un settore, quello del lavoro autonomo, che ha iniziato ad organizzarsi e a lottare, come hanno dimostrato già due anni fa i Forconi siciliani [ il Movimento dei Forconi non c'entra nulla con Forza Nuova e si divise subito da Martino Morsello, Ndr]. E' questo il mondo che si è ritrovato nell'assemblea di ieri, un mondo che ha rotto definitivamente con le vecchie organizzazioni di categoria, spesso corrotte e sostanzialmente colluse con il regime. Le 500 persone convenute a Bovolone - in prevalenza veneti, ma con la presenza di delegazioni di diverse altre regioni - hanno partecipato con calore a un'assemblea che molti dei presenti hanno vissuto come un vero punto di svolta. Avere alla presidenza i veneti della Life insieme ai Forconi siciliani di Mariano Ferro, con accanto i rappresentanti dei camionisti e degli agricoltori, ha dato il senso di quanto sta avvenendo. Un'unità semplicemente inimmaginabile fino a qualche tempo fa.
Senza dubbio, negli anni passati, molti dei presenti avevano dato il loro consenso alla Lega. Senza dubbio in tanti si erano riconosciuti nell'ideologia liberista che faceva del mitico nord-est il modello da imitare. Ma ne è passata di acqua sotto i ponti. Ne è passata veramente tanta... E ieri, un'assemblea fatta in larga parte di mini e micro-imprenditori, ma tutti con le mani callose, si è trovata a discutere di come avviare la rivolta, come bloccare l'Italia, come riprendere la sovranità monetaria, come riappropriarsi della democrazia, come difendere la Costituzione…
Un calore particolare ha accolto le parole di Mariano Ferro, dei Forconi, che ha detto che il 9 dicembre inizia una battaglia, che ci saranno molte battaglie prima di vincere la guerra, ma che occorre partire, dare la scossa ai tanti che ancora sono in attesa. Ferro ha messo anche in guardia dalle provocazioni e dai tentativi di infiltrazione che certo verranno messi in atto. Questi tentativi (pare che ieri un cronista della Rai, presente a Bovolone, abbia mostrato un volantino di "Alba Dorata") verranno immediatamente stroncati.
Le provocazioni, del resto, vanno di pari passo ai tentativi di intimidazione. Già ieri, nel piazzale antistante al palasport, uomini della Digos annotavano diligentemente tutti i numeri di targa delle macchine parcheggiate.
Tra i tanti interventi della giornata, da segnalare anche quello dell'economista Nino Galloni, che dopo aver ricordato la sciagurata scelta degli anni '80 di dare i titoli del debito pubblico in pasto agli appetiti speculativi dei mercati finanziari, ha dato diverse indicazioni su quel che occorrerebbe fare per uscire dalla catastrofe sociale in atto. Nel nostro intervento, come Movimento Popolare di Liberazione, abbiamo portato il sostegno alla mobilitazione, richiamando la necessità di unire il lavoro salariato con quello autonomo, nella prospettiva di una sollevazione popolare che porti al rovesciamento del regime eurista, alla riconquista della sovranità popolare e democratica. Ma una sottolineatura l'abbiamo voluta fare sul tema dell'immigrazione. In risposta ad alcune affermazioni fatte nel corso dell'assemblea, e mettendo in guardia dai pericoli di divisione messi in atto dal sistema, abbiamo ricordato che gli immigrati sono le prime vittime della globalizzazione, e che il nostro nemico è a nord non a sud.
L'assemblea si è chiusa con il richiamo alla mobilitazione, intanto a quella delle prossime due settimane. Quattordici giorni di preparazione che vedranno tanti incontri, giorni nei quali certamente altre forze si aggiungeranno. Poi, con il dovuto anticipo, verranno date le indicazioni sui luoghi di concentramento nelle varie zone del paese. La scelta è quella di attuare presidi ovunque possibile, puntando sulla durata e sul coinvolgimento dei più ampi strati popolari.
Un'anziana signora ha detto che, essendo impossibilitata a partecipare ai presidi, darà comunque un proprio contributo, visto che: «qualche vaso di geranio potrò pure gettarlo anch'io».
«Si è svolta ieri, al palazzetto dello sport di Bovolone (VR), l'attesa assemblea nazionale organizzata dai promotori delle manifestazioni diffuse che avranno inizio alle ore 22 di domenica 8 dicembre. Ad attendere i convenuti, e a dare il senso della mobilitazione in corso (decine e decine di incontri si stanno svolgendo in questi giorni in tutta Italia), diversi trattori e camioncini imbandierati. Appesi un po' ovunque gli striscioni con lo slogan «9 DICEMBRE L'INIZIO DELLA FINE».
Quale sia la fine che viene invocata lo chiariscono senza ogni ombra di dubbio le decine di interventi che si sono succeduti dalle 10,00 alle 16,30: la fine di un regime che sta distruggendo l'economia del paese, mettendo sul lastrico milioni di famiglie. Tra queste, oltre a quelle di milioni di disoccupati, sottoccupati e precari, anche quelle di tanti lavoratori autonomi colpiti dalla crisi, dagli effetti della globalizzazione capitalistica e dalle politiche europee e governative.
Un settore, quello del lavoro autonomo, che ha iniziato ad organizzarsi e a lottare, come hanno dimostrato già due anni fa i Forconi siciliani [ il Movimento dei Forconi non c'entra nulla con Forza Nuova e si divise subito da Martino Morsello, Ndr]. E' questo il mondo che si è ritrovato nell'assemblea di ieri, un mondo che ha rotto definitivamente con le vecchie organizzazioni di categoria, spesso corrotte e sostanzialmente colluse con il regime. Le 500 persone convenute a Bovolone - in prevalenza veneti, ma con la presenza di delegazioni di diverse altre regioni - hanno partecipato con calore a un'assemblea che molti dei presenti hanno vissuto come un vero punto di svolta. Avere alla presidenza i veneti della Life insieme ai Forconi siciliani di Mariano Ferro, con accanto i rappresentanti dei camionisti e degli agricoltori, ha dato il senso di quanto sta avvenendo. Un'unità semplicemente inimmaginabile fino a qualche tempo fa.
Senza dubbio, negli anni passati, molti dei presenti avevano dato il loro consenso alla Lega. Senza dubbio in tanti si erano riconosciuti nell'ideologia liberista che faceva del mitico nord-est il modello da imitare. Ma ne è passata di acqua sotto i ponti. Ne è passata veramente tanta... E ieri, un'assemblea fatta in larga parte di mini e micro-imprenditori, ma tutti con le mani callose, si è trovata a discutere di come avviare la rivolta, come bloccare l'Italia, come riprendere la sovranità monetaria, come riappropriarsi della democrazia, come difendere la Costituzione…
Un calore particolare ha accolto le parole di Mariano Ferro, dei Forconi, che ha detto che il 9 dicembre inizia una battaglia, che ci saranno molte battaglie prima di vincere la guerra, ma che occorre partire, dare la scossa ai tanti che ancora sono in attesa. Ferro ha messo anche in guardia dalle provocazioni e dai tentativi di infiltrazione che certo verranno messi in atto. Questi tentativi (pare che ieri un cronista della Rai, presente a Bovolone, abbia mostrato un volantino di "Alba Dorata") verranno immediatamente stroncati.
Le provocazioni, del resto, vanno di pari passo ai tentativi di intimidazione. Già ieri, nel piazzale antistante al palasport, uomini della Digos annotavano diligentemente tutti i numeri di targa delle macchine parcheggiate.
Tra i tanti interventi della giornata, da segnalare anche quello dell'economista Nino Galloni, che dopo aver ricordato la sciagurata scelta degli anni '80 di dare i titoli del debito pubblico in pasto agli appetiti speculativi dei mercati finanziari, ha dato diverse indicazioni su quel che occorrerebbe fare per uscire dalla catastrofe sociale in atto. Nel nostro intervento, come Movimento Popolare di Liberazione, abbiamo portato il sostegno alla mobilitazione, richiamando la necessità di unire il lavoro salariato con quello autonomo, nella prospettiva di una sollevazione popolare che porti al rovesciamento del regime eurista, alla riconquista della sovranità popolare e democratica. Ma una sottolineatura l'abbiamo voluta fare sul tema dell'immigrazione. In risposta ad alcune affermazioni fatte nel corso dell'assemblea, e mettendo in guardia dai pericoli di divisione messi in atto dal sistema, abbiamo ricordato che gli immigrati sono le prime vittime della globalizzazione, e che il nostro nemico è a nord non a sud.
L'assemblea si è chiusa con il richiamo alla mobilitazione, intanto a quella delle prossime due settimane. Quattordici giorni di preparazione che vedranno tanti incontri, giorni nei quali certamente altre forze si aggiungeranno. Poi, con il dovuto anticipo, verranno date le indicazioni sui luoghi di concentramento nelle varie zone del paese. La scelta è quella di attuare presidi ovunque possibile, puntando sulla durata e sul coinvolgimento dei più ampi strati popolari.
Un'anziana signora ha detto che, essendo impossibilitata a partecipare ai presidi, darà comunque un proprio contributo, visto che: «qualche vaso di geranio potrò pure gettarlo anch'io».
Fonte: sollevAzione
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