domenica 24 novembre 2013

9 DICEMBRE 2013: intervista a Mariano Ferro, leader dei Forconi siciliani

Mariano Ferro
Mentre a Bovolone (Vr) è in corso l’assemblea nazionale dei comitati e movimenti che hanno aderito alla mobilitazione del 9 dicembre, abbiamo raggiunto telefonicamente Mariano Ferro, leader dei Forconi siciliani, che sono stati fra i primi ideatori e promotori della protesta. Lo abbiamo intervistato, ed ecco cosa ci ha detto.

D.:Vi proponete di dar vita ad una mobilitazione nazionale ad oltranza. Come nasce questa lotta, da chi è sostenuta?

Ferro: Noi Forconi ormai da anni giriamo per la Sicilia e l’Italia, vediamo e sentiamo sulla nostra pelle l’insostenibilità della situazione.
Centinaia di migliaia di famiglie, di imprese, di uomini, donne e giovani hanno perso le loro attività, il loro lavoro e persino la stessa dignità di esseri umani. Assistiamo impotenti alla progressiva svendita del nostro paese, l’economia è in ginocchio e non si vede una via d’uscita. Siamo giunti alla conclusione che la rivolta è l’unica strada percorribile, non c’è altra alternativa. 
Quello che stiamo facendo è soltanto un piccolo passo per fare da sveglia agli italiani. Non siamo soli per fortuna. Ci siamo incontrati con diverse associazioni, comitati, gruppi, in varie regioni. Abbiamo formato un coordinamento nazionale, cui hanno aderito Azione Rurale Veneto, comunemente definiti come i "Cobas del Mais", l'A.I.Tras, Associazione Italiana Trasportatori, C.R.A. Comitati Riuniti Agricoli. Ed ancora Life Veneto, il movimento dei Liberi Imprenditori Federalisti Europei, M.A.A. Movimento Autonomo Autotrasportatori, i Cobas del Latte. Questo significa che a guidare la protesta dal prossimo 9 dicembre 2013 saranno in prevalenza gli agricoltori, i camionisti, gli allevatori, i piccoli commercianti, rappresentanti di quell’Italia che produce, anzi produceva. Gli autotrasportatori avevano già proclamato il fermo nazionale ad oltranza a partire dalle 24:00 dell’otto dicembre, protestando giustamente contro gli assurdi tagli, previsti dal governo delle larghe intese, di 330 milioni di rimborsi delle accise. Siamo con loro, bloccheremo le strade, i caselli autostradali, ogni regione, ogni città si organizzerà in base alle proprie forze.

Nel vostro appello però invitate a scendere in piazza non solo i settori produttivi, ma anche disoccupati, precari, giovani, studenti…

Ferro: Certo, l’appello è rivolto all’Italia tutta. È semplice: c’è una crisi economica dagli effetti devastanti, i governi, di qualsiasi colore e appartenenza politica, devono necessariamente rispettare i parametri imposti dall’Unione Europea, non possono fare diversamente. Si continuerà quindi a tagliare dovunque, ci imporranno un’austerità sempre più severa, che ci hanno presentato come una terapia per guarire il malato. Invece lo stanno uccidendo. E il problema è che a pagarne lo scotto è la maggioranza del popolo italiano. Ci dicono sempre che l’anno successivo ci sarà la ripresa, ci illudono con segnali di crescita. Ma quale crescita, e quale ripresa. Mentono sapendo di mentire. L’unica via d’uscita è negli italiani. Gli italiani devono smentire la fama di essere un popolo di pecore, alzare la testa e riprendersi ciò di cui sono stati privati. Mai come ora c’è stata la necessità di una sollevazione di massa, e noi stiamo cercando di essere un pungolo, uno stimolo, cerchiamo di dare l’esempio. Cercheremo di non ripetere gli errori commessi in passato e non ci siederemo al tavolo delle trattative con nessuno. 
Il popolo deve contare sulle sue forze e non sugli attuali partiti, che si dimostrano incapaci di evitare il definitivo collasso del Paese.

 Cosa volete fare esattamente? Quali sono le modalità di questa protesta?

Ferro: La prima cosa, grazie alla presenza degli autotrasportatori, sono i blocchi di caselli e autostrade. Poi ciascuno è invitato ad organizzarsi nelle proprie realtà. Ci saranno manifestazioni, sit-in, presidi, secondo le forze di cui ciascuno dispone. In molti stanno rispondendo al nostro appello, si stanno organizzando gruppi territoriali, con coordinatori anche regionali, il cui compito è quello di mettere in relazione le varie realtà e facilitare qualsiasi iniziativa i cittadini vogliano prendere. Vogliamo proteste pacifiche, apartitiche, nessuna bandiera. I cittadini, indifferentemente di destra o di sinistra, sono chiamati alla mobilitazione. Perché la fame non ha colore. Al dopo penseremo, intanto riprendiamoci la nostra sovranità, la democrazia, i nostri diritti. Proprio chi ci governa ha calpestato la Costituzione, sono rei di alto tradimento, dobbiamo mandarli tutti a casa. Il governo vuole solo gestire la rabbia popolare, ci permettono di fare manifestazioni, danno lo spazio ai sindacati di scioperare, è solo una concessione. Questa volta no. La nostra rabbia deve travalicarli. Non torneremo a casa senza risultati.

Credete veramente che questa volta sia diverso? Sul web l’appello che avete lanciato sta facendo un boom di adesioni. On-line sembra che debba scoppiare una vera rivoluzione. Siete convinti che la gente risponderà al vostro appello, uscendo dal virtuale e mobilitandosi sulle strade?

Ferro: Non voglio fare previsioni azzardate. Ma sicuramente, rispetto al passato, stiamo riscontrando un maggiore coinvolgimento. La rabbia è cresciuta e cresce. Ci sono alcune regioni da cui siamo convinti che la risposta arriverà forte, come in Sicilia, la Puglia, il Veneto, buone possibilità anche per l’Emilia. Certo, arrivano anche le critiche, le accuse. Ci denigrano, ci dicono che saremo causa di disagi, ci dicono che peggioriamo la situazione, che non otterremo nulla. Chi ha ancora le spalle coperte, chi ha lo stipendiuccio statale o opera in un settore meno colpito dalla crisi, non vuole fastidi, non vuole essere disturbato. Lo capiamo. Anche questi soggetti hanno poca speranza. La situazione è talmente drammatica, che si renderanno presto conto che neppure loro arriveranno a fine mese. Il ceto medio sta sparendo. Dobbiamo salvare l’Italia prima che sia troppo tardi.

Cosa vi augurate, che pensate di ottenere dalle prossime giornate?

Ferro: Ci auguriamo che la gente si organizzi veramente. Qui, oggi, a Bovolone, la sala non è strapiena. Ma non ci scoraggiamo. Vogliamo essere una scintilla, meglio, una piccola fiammella. Pensiamo che in un paese normale il popolo si sceglie il proprio governo, se il governo non fa quello che chiede il popolo, allora deve essere cacciato, anche con mazze e pietre. L’obiettivo comune è demolire questo sistema, e l’Europa dovrà chiedersi perché tutto questo accade. Gli appuntamenti si moltiplicano. Oggi siamo qui, poi andremo a Bari, nei prossimi giorni a Torino e ovviamente continueremo a girare per la Sicilia. 

Vi ringrazio per questa intervista, e ne approfitto per lanciare ancora una volta un appello a non restare a casa. Abbiamo un nemico comune da abbattere, questo sistema globalizzato dominato dagli strozzini della finanza speculativa e da un capitalismo degenerato. Ci auguriamo che anche voi aderiate e contribuiate ad organizzarvi nelle vostre città.

1 commento:

  1. Ciao a tutti vi faccio un grosso in bocca al lupo x domani purtroppo non ci posso essere perché sarò in mutua a causa del mal di schiena
    Mi raccomando protestate senza violenza o passerete dalla parte del torto e non otterrete niente MI raccomando bloccate tutte le strade CREATE DISAGI senza quello sarà stato tutto inutile la parola d'ordine deve essere CREATE DISAGI SENZA PAURA ricordatevi in ogni momento domani casomai doveste perdere l'entusiasmo domani che C'È CHI PRENDE 90.000 € DI PENSIONE AL MESE ALLA FACCIA VOSTRA!!!!
    Un gruppo dovrà andare anche a protestare agli imbocchi delle autostrade per aiutare gli autotrasportatori ad arrivare fuori dalle città e impedirne l'accesso mi raccomando NIENTE VIOLENZA È QUELLO CHE VOGLIONO LORO NON CADETE NELLA TRAPPOLA se vi attaccano TENETE LE MANI IN ALTO E ANDATE AVANTI SEMPRE AVANTI!!!! Se vedete che qualche commerciante che non ha ancora chiuso convincetelo a chiudere SENZA SPAVENTARLO e per finire ve lo ripeto PROVOCATE DISAGI e fate capire che gli italiani sono stufi!!!!
    Con questo vi saluto peccato che non sarò con voi.
    W L'ITALIA
    GIAN.16

    RispondiElimina