Quando l'economia capitalista entra in depressione —crollo dei consumi e della produzione— c’è, come si dice, poca trippa per i gatti, anzi niente trippa. In queste fasi quando poco o niente puoi portare a casa, crolla anche l’adesione agli scioperi. Perché perdedere una giornata di salario se non serve a niente?
In un momento come questo, che vede l’Italia suoll’orlo dell’abisso, la credibilità dei sindacati va sottozero. Tanto più vero per quelli italiani, che quando dovevano puntare i piedi non l’hanno fatto —vedi zero scioperi davanti ai tagli alle pensioni del governo Momnti-Fornero.
La parola passa alla politica, poiché qui si tratta di farla finita coi giochetti, si tratta di avare un’idea nuova dell’economia , un progetto strategico per evitare la rovina del Paese.
Il dramma è che i partiti che abbiamo ( e di cui i sindacati sono appendici) di questa crisi nulla avevano capito, partiti che non hanno uno straccio di programma per salvare il Paese e il suo popolo lavoratore che soffre come non mai. Partiti al servizio della bancocrazia e del grande capitalismo finanziario-predatorio. Partiti e governi che ubbidiscono come segugi agli ultimatum delle oligacrhie europee.
La soluzione per loro è “più Europa”, difendere l’euro ad ogni costo, ovvero andare dietro al capitalsimo tedesco.
Così andiamo dritti nell’abisso!
Noi della Marcia della Dignità pensiamo che la condizione preliminare per evitare la catastrofe storica sia abbandonare l’euro e riconquistare la sovranità monetaria e nazionale.
Ne vogliamo discutere? Vogliamo apire gli occhi? O ci facciamo portare al macello?
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