IMS, Santo Chiodo, Spoleto |
Erano presenti oltre al sindaco di Spoleto, Fabrizio Caldarelli, l'assessore regionale allo Sviluppo Vincenzo Riommi, l'onorevole Stefano Fassina, i segretari regionali di Cgil e Uil, rispettivamente Mario Bravi e Claudio Bendini.
Notiamo come in seno al Partito Democratico un dibattito serio è stato aperto sull'operato non solo del presidente-segretario Matteo Renzi e dei suoi fedelissimi di governo, sul Jobs Act in primis, ma anche sul ruolo del partito stesso, sulla crisi e sulle possibili modalità per uscirne.
E vedremo se la Sinistra Democratica, come dice, dopo il lungo dibattito interno, riuscirà a "cambiare verso" al suo partito, intanto qui vogliamo sottolineare un altro dato.
La componentistica prodotta dalla IMS |
Questa è la situazione.
Fabbrica in crisi da anni e non si vede lo sbocco.
Un sito che potrebbe produrre molto, un'eccellenza locale, sprecati.
L'indignazione nasce dal fatto che non si tratta di un fatto isolato.
Nella sola Umbria ci sono più di 165 aziende che hanno chiuso o stanno per chiudere.
A Terni abbiamo l'Ast, di cui ci siamo tanto occupati, ma c'è la Perugina, dalla quale non arrivano buone notizie, la ex Merloni, la Isrim, Pasta Julia, Novelli, San Gemini, Trafomec, inutile fare l'elenco.
Il punto è che si continua a dire che bisogna "ripartire dal lavoro", "il lavoro prima di tutto", ma non si va al nocciolo della questione.
Un momento dell'assemblea del Pd alla IMS |
Non si capisce che il sistema capitalistico è in crisi, che non possiamo decidere del destino della nostra produzione, che per stare nei parametri neoliberisti imposti dall'Unione europea i governi ci hanno imposto politiche austeritarie crudeli, che globalizzazione, competizione, i mercati ci impongono di svendere il nostro patrimonio, delocalizzare, per battere la concorrenza.
I lavoratori presenti erano tanti, quasi nessuno è intervenuto, solo noi abbiamo chiesto a Fassina come sia possibile coniugare la permanenza nell'Unione europea e i rispetto dei trattati neoliberisti con la difesa del lavoro e dei diritti dei lavoratori, delle eccellenze del patrimonio industriale italiano.
La risposta non è stata molto esauriente, ma ha indicato chiaramente che
il Partito Democratico non può continuare ad essere contemporaneamente il partito di Marchionne e il Partito dei suoi lavoratori.
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