Un grave incidente è avvenuto intorno alle 9 di questa mattina al centro di finitura della Tk Ast di Terni.
Il titolare di una ditta esterna, Enrico Pezzanera, che aveva 62 anni, è rimasto decapitato dopo essere stato colpito da un braccio meccanico che spostava alcuni rottami ferrosi.
La dinamica dell'incidente è ancora da ricostruire, ma a rendere ancora più atroce questa morte, se è possibile, è che proprio il figlio della vittima era alla guida del macchinario.
Dopo questo ennesimo incidente sul lavoro, è stato proclamato uno sciopero per l'intera giornata in tutte le società del gruppo Ast e nelle ditte esterne, coprendo anche il turno notturno, per cui l'attività riprenderà alle 6 di domani mattina.
Le indagini per ricostruire la dinamica, tenderanno anche a verificare le condizioni in cui i due lavoratori (proprietari dei mezzi con cui operavano) svolgevano il loro lavoro.
Non si può ancora morire di lavoro!
Il fatto che la vittima fosse un padroncino, e non un operaio salariato, non ci esime dall'esprimere le nostre conoglianze alla famiglia ed ai colleghi di Enrico Pezzanera.
Sappiamo quanto, in queste durissime condizioni di crisi economica, sia duro tirare a campare anche per i cosiddetti padroncini, soprattutto per i camionisti che devono sopportare ritmi di lavoro disumani pur di portare a casa il pane per la propria famiglia.
Ci chiediamo: quante ore al giorno Enrico e suo figlio dovevano sgobbare per portare e smistare ferraglia alla Thyssenkrupp?
Il titolare di una ditta esterna, Enrico Pezzanera, che aveva 62 anni, è rimasto decapitato dopo essere stato colpito da un braccio meccanico che spostava alcuni rottami ferrosi.
La dinamica dell'incidente è ancora da ricostruire, ma a rendere ancora più atroce questa morte, se è possibile, è che proprio il figlio della vittima era alla guida del macchinario.
Dopo questo ennesimo incidente sul lavoro, è stato proclamato uno sciopero per l'intera giornata in tutte le società del gruppo Ast e nelle ditte esterne, coprendo anche il turno notturno, per cui l'attività riprenderà alle 6 di domani mattina.
Le indagini per ricostruire la dinamica, tenderanno anche a verificare le condizioni in cui i due lavoratori (proprietari dei mezzi con cui operavano) svolgevano il loro lavoro.
Non si può ancora morire di lavoro!
Il fatto che la vittima fosse un padroncino, e non un operaio salariato, non ci esime dall'esprimere le nostre conoglianze alla famiglia ed ai colleghi di Enrico Pezzanera.
Sappiamo quanto, in queste durissime condizioni di crisi economica, sia duro tirare a campare anche per i cosiddetti padroncini, soprattutto per i camionisti che devono sopportare ritmi di lavoro disumani pur di portare a casa il pane per la propria famiglia.
Ci chiediamo: quante ore al giorno Enrico e suo figlio dovevano sgobbare per portare e smistare ferraglia alla Thyssenkrupp?
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