martedì 15 luglio 2014

PERUGIA CON GAZA E IL POPOLO PALESTINESE

Giovani donne palestinesi. Perugia, 13/07/14
La proditoria aggressione istareliana contro Gaza non ha lasciato insensibile Perugia, da sempre una delle città italiane in prima file nella solidarietà ai palestinesi. 
Immediatamente dopo l’attacco aereo e missilistico israeliano, compiuto in sfregio delle più elementari norme del diritto internazionale, ci siamo sentiti per telefono con i Giovani Comunisti e si è deciso di convocare una riunione d’emergenzaa presso la loro sede.
La riunione, svoltasi giovedì 10 luglio, è stata molto partecipata, ed ha deciso di scendere in strada.
Si è svolta così, nel pomeriggio di
domenica 13 luglio, in Piazza Italia (dove stanno la Prefettura e la sede della Regione) la manifestazione di protesta e di solidareità con la resistenza del popolo palestinese.


A destra il sindaco di Perugia, Andrea Romizi al presidio per la Palestina
Una bella e combattiva manifestazione, segnata dalla massiccia presenza della comunità islamica locale, di quella palestinese, araba e maghrebina, e che ha visto l' inattesa comparsa anche del neo sindaco Andrea Romizi (Romizi è stato recentemente eletto sindaco nelle liste di Forza Italia).
 

Mentre scriviamo giunge la notizia che le autorità di Gaza e HAMAS hanno respinto le condizioni per la tregua proposte dai militari egiziani (i golpisti che hanno messo fuori legge la Fratellanza musulmana e che stanno colpendo il movimento sindacale e democratico egiziano). 
Gli israeliani minacciano ora l’invasione di terra.
Noi ricordiamo l'operazione Piombo Fuso, l’attacco sferrato contro Gaza nel dicembre 2008.
Fu un genocidio, e i sionisti ricorsero anche alle bombe al fosforo (vietate dalle convenzioni internazionali). 

E ricordiamo anche i 181 palestinesi, fra cui intere famiglie, uccise da martedì scorso dalle bombe israeliane. Persone che per i media italiani non fanno testo, non hanno un volto, sono solo i numeri della pretesa "reazione" israeliana. 
 Numeri, non persone. Anche perché appartenenti ad un popolo a cui viene negato tutto da quasi settant'anni. Un popolo evidentemente non "eletto", come quello in nome del quale i criminali sionisti portano avanti il loro genocidio. 
Perché di questo si tratta. 

Per questo, in stretto contatto con le comunità islamica, palestinese, araba e maghrebina, potrebbe essere necessario scendere di nuovo in piazza. 
Questa volta in modo più massiccio e meglio organizzati. 

1 commento:

  1. Salve, volevo segnalarvi questo evento, raccogliamo firme contro le esercitazioni militari di Israele in Sardegna che partiranno in settembre e promuoviamo il boicottaggio internazionale contro l'Apartheid palestinese. Partecipate numerosi
    https://www.facebook.com/events/675358752541444/

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