giovedì 22 maggio 2014

LA MARCIA DELLA DIGNITA' E LE ELEZIONI DEL 25 MAGGIO 2014

Siamo alle porte delle elezioni del 25 maggio. Una data che per alcuni non dice nulla, ma che è attualmente al centro del dibattito politico. Ed è ovviamente così, se si riesce a capire che l’importanza delle prossime elezioni europee è data non tanto dalla posizione dell’Italia in Europa, quanto dal futuro del governo Renzi: non si tratta di un voto per portare a Bruxelles 73 deputati, ma un decisivo sondaggio politico sulla politica italiana e sulle ripercussioni che questo voto avrà sul futuro del governo.

La Marcia della Dignità di Perugia, con i suoi amici e simpatizzanti, ha pensato di organizzare un incontro, avvenuto la sera del 20 maggio, proprio per discutere del senso di queste elezioni e analizzare le varie posizioni che sono emerse fra i suoi membri.
Anticipiamo subito che la posizione che aveva la maggioranza dei consensi era quella di votere il Movimento 5 Stelle.
Alcune voci, invece, si sono espresse diversamente.
Da una parte una compagna che si è candidata in una lista di coalizione di sinistra, (candidato sindaco l'attuale sindaco piddino Wladimiro Boccali); dall'altra parte gli astensionisti convinti.
L'animato dibattito venuto fuori dal confronto è degno di nota.

I convenuti, che conoscono bene i candidati locali pentastellati, nonchè gli attivisti e i membri di vari metuup, pur consapevoli dei grandi limiti del Movimento, erano concordi nell'affermare che in questo caso è doveroso andare a votare e che almeno alle europee l'unico voto giusto è quello ai 5 stelle, e che l'astensione, in questo contesto, sarebbe un errore.
A questa posizione sono giunti considerando l'attuale fase politica, la crisi sistemica che il paese sta vivendo da ormai 7 anni, il cosiddetto fenomeno Grillo, e i primi vagiti di ribellione sociale, di cui il 9 Dicembre è stato un debole preavviso.
Malgrado tutto ciò che si dice su Grillo e specialmente su Casaleggio, la maggioranza dei presenti alla riunione, ritiene che il Movimento 5 Stelle non sia affatto l'altra faccia della medaglia di questo sistema di cui vuole semplicemente eliminare le brutture, come dicono i suoi più accantiti critici.
Il Movimento 5 Stelle è esploso alle scorse politiche perchè ha canalizzato nelle urne la rabbia e l'insoddisfazione di buona parte della popolazione, già vessata dalle politiche di austerità sociale richieste dall'Europa. Mantenendo la parola data, non ha fatto alcuna alleanza con i partiti di regime, tutti colpevoli, nessuno escluso, di aver guidato il paese verso il baratro, prima firmando i trattati e accogliendo nel chiuso dei palazzi, tutte le richieste che venivano dall'Europa, poi contribuendo ad accelerare il processo di disgregazione sociale, impoverimento delle masse, acutizzazione della crisi, in favore di quello che è stato chiamato capitalismo-casinò, gabbia d'oro di una classe politica dedita a tutelare i propri interessi privati e finanziari. 
Disoccupazione, delocalizzazioni, privatizzazioni, tagli alla spesa sociale, austerity, sono l'ovvia conseguenza di questo sistema. 
I presenti hanno rimproverato ai "grillini" che la loro opposizione avviene solo ad un livello istituzionale, e che sono lontani dai movimenti e dai conflitti sociali reali, dalle masse popolari; che non hanno saputo dare risposte chiare ai problemi concreti, che sulla questione euro sono ambigui. Ma, a loro avviso, esprimono comunque istanze fondamentali, vogliono "mandarli tutti a casa", esprimendo con ciò una istanza diffusa e sentita, perchè la consapevolezza che la classe politica che ci governa è corrotta e mafiosa è ormai sentimento comune, e i grillini non fanno compromessi con nessuno. 
Il sitema Pd-Renzi promette più Europa a discapito della popolazione, la lista Tsipras sogna un'altra Europa, trascurando il fatto che questa non sia assolutamente riformabile.
I grillini, non sordi e ciechi alle conseguenze della moneta unica e dello stare in Europa a queste condizioni, promettono un referendum.
Come prima Monti, Renzi è presentato come il salvatore della patria, i partecipanti alla riunione sostengono che è una falsità e guardano alla crisi di questo sistema, secondo loro se Grillo vince, ci sarà un terremoto politico e si aprirà una nuova fase. Questo auspicano coloro che proponevano di votare per Grillo.

Gli astensionisti fanno un'analisi politica diversa, loro sostengono che chiunque vincerà queste elezioni, avrà comunque le mani legate e nulla potrà fare. Per loro Grillo è solo un'espressione del sistema, anzi "una pezza peggiore del buco".
Contestano a Grillo che non solo è ambiguo sulla questione dell'euro, ma che è ambiguo su tutta la linea, quindi di lui e Casaleggio non ci si può fidare. Meglio, infine, non dargli altra forza, poichè il M5S diventerà presto, se non il nostro principale nemico, un ostacolo ad un cambiamento radicale in questo paese.

Alla candidata è stato fatto notare l'errore della sua candidatura, in una lista che appoggia il Pd, che lei stessa combatte. La sua risposta attiene il voto disgiunto, votare alle comunali la persona, integerrima e agguerrita che porterà avanti le sue idee.

A conclusione, l'astensione sarà una delegittimazione del sistema eurocratico e ne colpirà i partiti difensori, ma per quanto crescerà, non sarà di massa e maggioritaria.
Il voto, per quanto critico, al Movimento 5 Stelle, permetterà di colpire insieme l'Unione Europea e il governo Renzi.
Chi avrà ragione?
Sarà interessante discuterne alla III Assemblea Nazionale della Sinistra contro l'euro.





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