Le truppe francesi in Africa |
Nel condannare l'uccisione a sangue freddo di persone indifese e disarmate, condanniamo altrsì e con forza, gli eccidi, le guerre e tutti gli atroci crimini e il sangue di cui le truppe francesi hanno le mani sporche. L'immagine qui accanto non ha bisogno di commenti.
di Paolo Maria Filipazzi
Sto pranzando con la televisione accesa...
Il tiggì dà notizia di un attentato terroristico nel cuore di Parigi: due tizi armati di kalashnikov hanno assaltato la redazione di “un giornale” facendo fuori 11 persone, fra cui due agenti ed un passante. Mi faccio attento. Arriva una precisazione: “un giornale” sarebbe in realtà la rivista “satirica” Charlie Hebdo, ed i due avrebbero compiuto la strage per “vendicare il Profeta”.
A quel punto parte la filippica: è un attacco a tutto l’Occidente, si è voluto colpire un giornale che era baluardo del pensiero laico ed illuminista, che si era battuto per la libertà di critica. Al che, lo confesso, mi è partito un sano e schietto: “Ma mi faccia il piacere!”.
Una breve messa a punto mi sembra dunque doverosa.
Ok, la violenza va condannata e mi dispiace per le persone morte. Andiamo avanti.
Charlie Hebdo NON è la rispettabile rivista che ci stanno dipingendo in queste ore i media. Si tratta, in realtà, di un parente del nostro italico Vernacoliere. Solo un po’ più schifoso.
Il pezzo forte di tale rivista “satirica” sono le bestemmie, di cui le pagine e copertine della pubblicazione da anni traboccavano.
Contro tale “linea editoriale” si erano ripetutamente levate proteste da parte di associazioni ebraiche e cattoliche, ma, come si sa, per dei progressisti, vale a dire per dei violenti, le civili proteste a mezzo stampa sono qualcosa di cui sghignazzare.
Qualche problema in più, va da sé, l’avevano avuto coi musulmani, che, come si sa, contrariamente a noi pigri e semi-apostati cristiani da strapazzo, quando tocchi loro Maometto ed Allah si incazzano di brutto. Al che era stato tutto un florilegio di intellettuali salottieri e radical-chic che erano “scesi in campo” per difendere il “diritto di critica” e lodando il “coraggio” di questo giornale “scomodo”. Nel 2011 qualcuno aveva pure tirato contro la redazione, nottetempo, nel 2011, una bomba “dimostrativa”. Per la gioia dei vernacolieri d’Oltralpe, improvvisamente trasformatisi in eroi dell’Occidente. Il che li aveva ringalluzziti, e giù altre bestemmie. Alla fine si son presi delle fucilate, come era da mettere in conto.
Al che ci tocca, non senza un certo rossore, ribadire le solite cose, già ripetute su Campari dall’amico Facchini qualche anno fa: è inutile che noi cattolici ci scandalizziamo per la blasfemia anti-cristiana e poi, come a volte accade, reagiamo con un “ben gli sta” o con una compiaciuta complicità quando le bestemmie colpiscono l’Islam.
Per le jene del laicismo Cristianesimo ed Islam sono due facce della stessa medaglia, entrambe forme di opposizione all’ideologia secolare che, negando Dio, nega l’uomo e lo porta al di sotto della bestia. E se noi cristiani, fedeli al Vangelo, anche se sentiamo pruderci le mani, alla fine porgiamo l’altra guancia, possiamo anche comprendere, pur nella condanna della violenza, come si senta un musulmano di fronte ad una vignetta di Maometto nudo in posa ammiccante: esattamente come ci sentiamo noi quando una vignetta analoga viene pubblicata avendo per oggetto Cristo o la Madonna.
Se un giornaletto di bestemmie e pornografia adesso, diventa, un baluardo del pensiero laicista ed illuminista, c’è da chiedersi se il pensiero illuminista e laicista non sia letame allo stato puro.
Se la bestemmia viene scambiata per “diritto di critica”, e non viene più riconosciuta per quello che è, vale a dire come una forma vile di violenza, un attacco contro la libertà dei credenti, vuol dire che siamo sprofondati in una fogna. Se la rappresaglia di due killer contro un giornaletto poco di buono anziché essere relegata, come dovrebbe, nelle pagine della cronaca nera, fra i tanti fatti delittuosi che capitano quotidianamente nei bassifondi di una metropoli come Parigi, diventa un “attacco all’Occidente”, manco fosse l’11 settembre, ci sorge il sospetto che l’Occidente stesso ormai non sia altro che i bassifondi del pianeta. Se un gruppo di imbrattacarte che si è visto, per sua disgrazia, ritorcere contro anni ed anni di vigliaccate, volgarità e violenze (perché la violenza non è solo quella fisica…), si vede elevato al rango di schiera di “martiri della libertà” vuol dire che abbiamo perso tutti il cervello.
E tutti dovrebbero farsi due domande: la “destra” che si lamenta perché gli immigrati non accettano i “nostri valori”, farebbe bene a chiedersi quali siano, a questo punto, i “nostri valori”. La “sinistra” che farnetica di “integrazione”, dovrebbe spiegare a tutti in cosa gli immigrati dovrebbero “integrarsi”.
Forse ci accorgeremmo che, se molti immigrati, specie musulmani, non si “integrano”, se cresce fra i musulmani in Europa la simpatia per l’integralismo e qualcuno finisce per passare alle vie di fatto, ciò non è sicuramente giustificato, ma non accade nemmeno perché i musulmani sono di per sé cattivissimi. Gli è che, per chi è abituato a considerare la religione come la stella polare della sua vita, un mondo in cui la massima espressione di progresso è considerato la bestemmia è l’Inferno sulla terra. E qualcuno potrebbe anche sospettare che la bufala progressista dell’ “integrazione” celi, dietro di sé, un truffa per fare all’Islam ciò che l’Occidente ha già fatto al Cristianesimo: stuprarlo ed ucciderlo. Sarebbe un’impressione totalmente errata?
E l’Occidente in guerra contro il terrorismo, non farebbe meglio a chiedersi se quest’ultimo non trovi terreno di facile proselitismo grazie anche al fatto che, oggettivamente, l’Occidente stesso fa schifo?
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